mercoledì 23 giugno 2010

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Foto shock su Max. Saviano: “Di cattivo gusto. Una speculazione su chi vive protetto”




Le anticipazioni sulle foto shock di Max che lo ritraggono morto per Roberto Saviano sono “di cattivo gusto”. Il fotomontaggio nel quale campeggia la sua immagine di cadavere steso su una barella da obitorio con tanto di cartellino di identificazione legato all’alluce, ripreso di scorcio dai piedi, accompagnata dalla scritta ‘Hanno ammazzato Saviano’, riprende il Cristo di Mantegna e la famosa foto di Che Guevara morto.
La notizia dell’iniziativa del mensile è stata anticipata mercoledì da alcuni quotidiani. “Un’immagine – dice Saviano, che non è stato neanche avvertito – utilizzata per speculare cinicamente sulla condizione di chi come me in Italia e all’estero vive protetto. Un’immagine profondamente irrispettosa per tutti coloro che per diversi motivi, spesso lontano dai riflettori, rischiano la vita”.
La morte annunciata turba sia la famiglia che lo scrittore che però assicura: “Non ho alcuna intenzione di morire”.



Centrali nucleari, le Regioni non possono dire di no: sentenza della Consulta
I siti nucleari li sceglie il governo e non le Regioni. La Corte costituzionale infatti ha respinto i  ricorsi  sollevati da dieci Regioni contro la legge delega del 2009 sul ritorno all’atomo, dichiarandoli in parte infondati e in parte inammissibili. Cade così l’ultimo ostacolo al ritorno dell’atomo in Italia.
Secondo i governatori di Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Basilicata, Lazio, Calabria, Marche, Emilia-Romagna e Molise la delega a Palazzo Chigi in materia nucleare non rispettava il Titolo V della Costituzione sulle competenze regionali in merito alla produzione di energia e al governo del territorio.
Ora che la Corte ha accolto di fatto la politica governativa sembra avvicinarsi l’obiettivo 2013 per le prime nuove centrali nello Stivale. Fra i nomi che puntualmente ritornano, al di la’ delle dichiarazioni contrarie di alcuni presidenti di Regione, ci sono quelli gia’ scelti per i precedenti impianti, poi chiusi in seguito al referendum del 1987: Caorso, nel Piacentino, e Trino Vercellese (Vercelli), entrambi collocati nella Pianura Padana e quindi con basso rischio sismico ed alta disponibilita’ di acqua di fiume.
Fra i luoghi piu’ papabili, anche Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, che unisce alla scarsa sismicita’ la presenza dell’acqua di mare. Secondo altri, fra cui i Verdi e Legambiente, il quarto candidato ideale e’ Termoli, in provincia di Campobasso, mentre in altre circostanze si e’ fatto il nome di Porto Tolle, a Rovigo, dove c’e’ gia’ una centrale a olio combustibile in processo di conversione a carbone pulito. Gli altri nomi che ricorrono piu’ spesso sono Monfalcone (in provincia di Gorizia) Scanzano Jonico (Matera), Palma (Agrigento), Oristano e Chioggia (Venezia).
Il governo aveva avviato tre ricorsi contro Puglia, Basilicata e Campania – che con leggi ad hoc hanno escluso la costruzione di impianti nucleari e di depositi di stoccaggio del materiale radioattivo, ma senza previo accordo con lo Stato.
Nel frattempo l’Italia dei Valori sta preparando un referendum per  abrogare parti di alcune leggi – a partire da quella numero 99 del 2009 – allo scopo di impedire totalmente il ricorso al nucleare.

Marea nera, due morti per un incidente: salta il tappo sul pozzo


Almeno due persone sono morte in due diversi incidenti legati alle operazioni di contenimento del greggio nel Golfo del Messico: lo ha annunciato oggi a Washington il responsabile Usa, l’Ammiraglio Thad Allen. A causa di un incidente, il tappo sul pozzo della Bp nel Golfo del Messico e’ stato temporaneamente tolto e dovrebbe essere riposizionato nel pomeriggio.
Allen ha parlato di un incidente provocato da un robot sottomarino, con una conseguente fuga di gas. Senza tappo, il flusso di petrolio che fuoriesce dal pozzo della Bp nel Golfo del Messico e’ aumentato in maniera significativa, anche se parte del greggio continua ad essere bruciato in superficie.
                              Afghanistan: 
   cade da un blindato, muore un militare italiano

Un altro militare italiano morto in Afghanistan, il ventiseiesimo dall’inizio della missione, nel 2004: stavolta, pero’, ad uccidere il caporale scelto Francesco Saverio Positano non e’ stata un’imboscata dei talebani o un ordigno improvvisato messo lungo la strada, ma un banale incidente avvenuto tra Herat, il capoluogo della regione occidentale sotto il controllo italiano, e Shindad, uno degli avamposti piu’ caldi dell’intera regione.
L’incidente e’ avvenuto attorno alle 19 ora locale: Positano, 29 anni di Foggia, faceva parte della pattuglia del 32/esimo genio guastatori della brigata Taurinense in forza alla task force ‘Centre’, impegnata in un’attivita’ di ricognizione lungo la strada. La missione dei genieri, una ventina in tutto, era di controllare i punti della strada piu’ sensibili, quelli dove gli insorti avrebbero potuto nascondere i micidiali Ied che gia’ hanno fatto diverse vittime tra i soldati del contingente italiano – le ultime il 17 maggio nei pressi di Bala Murghab – o comunque ripararsi per poi attaccare i convogli Isaf.

La pattuglia italiana era composta da due veicoli blindati Lince e da due mezzi speciali, un ‘Buffalo’ e un ‘Cougar’, due bestioni da 15 tonnellate lunghi circa 6 metri e considerati i piu’ avanzati veicoli del mondo in tema di resistenza alle mine. La colonna si e’ fermata per effettuare le verifiche su un tratto di strada quando e’ avvenuto l’incidente: Positano era ha bordo del Buffalo quando ha perso l’equilibrio ed e’ caduto, battendo violentemente la testa sulla strada e riportando un forte trauma cranico.
Immediatamente soccorso dagli altri membri della pattuglia e da un’equipe medica giunta pochi minuti dopo sul posto, il militare è stato evacuato con un elicottero e trasferito alla base americana di Shindad dove e’ pero’ arrivato in gravissime condizioni. Positano e’ morto poco dopo. Residente a Pianezza, in provincia di Torino, sposato, si era arruolato nel 1998 ed era arrivato in Afghanistan, dove aveva gia’ svolto due delle sette missioni che aveva all’attivo, il 19 marzo scorso.
Alla famiglia del caporale sono arrivate le condoglianze del presidente del Senato Renato Schifani, del presidente della Camera Gianfranco Fini, del ministro della Difesa Ignazio La Russa e del capo di Stato Maggiore dell’Esercito Giuseppe Valotto. ”Il suo Francesco Saverio – ha scritto La Russa in un telegramma inviato alla moglie – generosamente impegnato in una missione di grande valore umanitario, rimarra’ per sempre nel ricordo di chi crede nella pace e nella solidarietà fra i popoli”.

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