sabato 14 agosto 2010

Ammalati di cancro: le speculazioni di Vendola e don Verzé

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di Gianni LannesAmmalati di cancro: le speculazioni di Vendola e don Verzé
Prevenzione sanitaria pari a zero, in un territorio dove la sanità è un vorace buco nero e i cittadini devono pagare salato anche minime prestazioni, o in alternativa attendere anni per esami di routine. I fatti nudi e crudi: la regione Puglia eroga 120 milioni di euro, vale a dire denaro pubblico, alla fondazione privata di don Luigi Verzé, sodale prima del poco onorevole Bettino Craxi e in seguito padre spirituale del piduista Silvio Berlusconi (tessera (1816), in attività perfino con il duo Pompa-Pollari. Risultato: due ospedali pubblici, il SS. Annunziata di Taranto e il Moscati di Statte chiuderanno i battenti. Non è tutto: invece di bonificare il territorio jonico e costringere mediamente 40 mila persone ogni anno a curarsi il cancro invece di evitarlo, il governatore Vendola gratifica un famigerato faccendiere, già sospeso dal sacerdozio nel 1964. Albano Carrisi, proprio il cantante, insomma  un esperto, amico di don Verzé non ha dubbi: «Questo è solo l’inizio di una grande sanità».  Insomma,  un ospedale ispirato direttamente da Dio che tramortirà la martoriata sanità in Puglia. Parola di Nichi Vendola: «Non ho un’idea del privato demonizzante, criminalizzante. Non penso che il privato sia un demonio. Penso che ci sono settori in cui il privato non deve proprio letteralmente mettere piede perché fa danni e la sua missione è incompatibile». Il privato a cui invece il governatore della regione Puglia ha consentito di infilzare il lucro sulla pelle delle persone ammalate di cancro è don Luigi Maria Verzé, fondatore e presidente del san Raffaele di Milano. A lui il presidente Vendola affida senza scrupoli la gestione del san Raffaele del Mediterraneo a Taranto. Il 22 gennaio 2010 nella sala stampa di presidenza della giunta regionale l’illuminato Nichi in attesa dell’aureola, Vito Santoro (rappresentante della fondazione san Raffaele), Ippazio Stefano (sindaco di Taranto), Domenico Colasanto (direttore generale asl Taranto, appena inquisito dalla magistratura per 4 mila morti ancora ancora sul libro paga dei medici) e Vincenzo Campiello (amministratore delegato di Fintecna) sottoscrivono l’accordo di programma per la realizzazione dell’istituto. Costo ipotizzato ufficialmente: 80 milioni di euro, presto lievitato a 120 milioni (pubblici). L’antefatto si scova nell’anno 2005. Come si legge nel sito della fondazione cittadella della carità: «Don Luigi Verzé convocò il Consiglio di Amministrazione, che doveva procedere alla nomina del nuovo Presidente, solo dopo aver incontrato il presidente della Regione Nichi Vendola, appena insediato. L’incontro ebbe luogo il 23 giugno. In quell’occasione Don Verzé chiese se il San Raffaele fosse il benvenuto in terra di Puglia, altrimenti non avrebbe accettato l’incarico di Presidente della Cittadella. Vendola non solo lo invitò ad accettare, ma mostrò immediata disponibilità per una maggiore presenza dell’Istituto Scientifico San Raffele di Milano in Puglia, ed in modo specifico a Taranto. Il percorso termina con la delibera 2039 del 4 novembre 2008, nella quale la Regione acquisisce agli atti la proposta, manifesta il proprio interesse e chiede al San Raffaele di presentare un progetto tecnico-sanitario con il piano finanziario entro sei mesi.
Don Verzé il 6 maggio 2009 trasmette al presidente Vendola il progetto tecnico-sanitario e finanziario che poi viene acquisito con la delibera 1447 del 4 agosto 2009. La regione per la prima volta, individua e stanzia le risorse a copertura dell’investimento per un importo di 80 milioni di euro. Tutto ciò grazie al terzo e decisivo evento: l’arrivo del tarantino Michele Pelillo all’assessorato al Bilancio. Tutto il percorso si è concluso con le delibere 320 e 331 del febbraio 2010. L’opera sarà finanziata per 120 milioni di euro con il Par – Fas regione Puglia e per 90 milioni attraverso un leasing in costruendo della durata di trent’anni». In altri termini, tutto fila liscio e senza intoppi. Il 15 gennaio di quest’anno in un incontro pubblico alla presenza di Vendola e don Verzé l’assessore Pelillo, in quota Pd esulta: «Oggi quel progetto si tramuta in realtà. Con uno sforzo davvero straordinario verso questo progetto gli 80 milioni di euro diventano 120 milioni ed assicurano l’integrale copertura del progetto finanziario». Don Verzé e Vito Santoro ringraziano Pelillo che usa smaccatamente l’operazione per la sua campagna elettorale. Non è da meno Vendola che esclama in diretta televisiva: «E’ un sogno che si realizza». Niente di personale. Nessun accanimento terapeutico contro lo smemorato da Terlizzi: semplicemente non si spara contro la croce rossa. Per la cronaca: sabato 7 agosto 2010, ennesima conferenza stampa. Dal sito di propaganda dell’assessore Pelillo si apprende che «è stato illustrato ciò che la giunta del presidente Nichi Vendola ha deciso nelle ultime ore, finanziare uno solo dei progetti in attesa dei fondi Fas, il “San Raffaele”. Presenti l’assessore Michele Pelillo, Vito Santoro e Paolo Ciaccia, direttore e presidente del cda della fondazione San Raffaele per il Mediterraneo. L’investimento complessivo prevede 210 milioni di euro». A dirla tutta don Verzé nell’ex California d’Europa ha insinuato tentacoli, già con la fondazione San Raffele di Ceglie Messapica e della Tosinvest Sanità (alla voce Carlo Trivelli in qualità di presidente). L’atto della regione intitolato “avvio anticipato del programma 3 – Azione cardine Struttura ospedaliera nella città di Taranto “San Raffaele del Mediterraneo” illustra l’iter amministrativo battezzato dal dirigente plurinquisito Luca Limongelli (tristemente noto alle cronache giudiziarie nel settore Ecologia). «Con la deliberazione numero 320 del 9.2.2010 è stata rimodulata la linea d’intervento: realizzazione dell’Ospedale San Raffaele del Mediterraneo a Taranto, euro 120.000.000.000. Con deliberazioni di Giunta regionale 2039/2008,  1441/2009, 331/2010, 1154/2010, la regione ha acquisito agli atti la proposta avanzata dalla Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor di Milano di realizzare un progetto di sperimentazione gestionale relativo al nuovo Ospedale 2San Raffaele del mediterraneo” di taranto, attraverso una fondazione da denominare “San Raffaele del Mediterraneo”, costituita da Regione Puglia, ASL di Taranto e Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. In data 27 maggio 2010 è stato sottoscritto in Taranto presso il notaio dr. Vincenzo Vinci, tra la Regione Puglia, l’ASL Taranto e la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor di Milano, l’atto costitutivo della Fondazione “San Raffaele del Mediterraneo”, tra i cui scopi vi è quello della gestione sperimentale dell’ospedale “San Raffaele del mediterraneo” di Taranto, la cui realizzazione sarà effettuata dalla stessa Fondazione con la procedura del leasing in costruendo e presso il quale, a regime, confluiranno le attività attualmente svolte  presso le strutture “SS. Annunziata” di Taranto e “S.G. Moscati” di Statte». La strombazzata trasparenza amministrativa a questo punto s’arresta, dinanzi alla sparizione del corpo di un’intero atto deliberativo. Infatti: la deliberazione della Giunta regionale  numero 1154, dell’ 11 maggio 2010, ha il seguente oggetto: «Struttura ospedaliera nella città di Taranto, il settore politico e burocratico proponente: Gabinetto del Presidente della Giunta-Presidente della Giunta». In gergo istituzionale è denominata “copertina”. Proviamo a sfogliare l’incarto? Impossibile. Oltre la prima pagina, il nulla del bianchetto. In attesa che il latitante Vendola pur sollecitato dia una risposta e che qualcuno riempia il vuoto di un atto amministrativo così impegnativo, si moltiplicano le ipotesi. Il nostro collaboratore Nino Sangerardi rivela: «Siamo incappati nella visione della missiva inviata da don Verzè all’illustrissimo dott. Nichi Vendola. La lettera del 6 maggio 2009  racconta del programma riguardante il San Raffaele del Mediterraneo, della dotazione di 572 posti letto, che  la nuova opera sanitaria dovrebbe arginare il flusso di mobilità ospedaliera passiva che nel 2007 è costato alla Regione Puglia 133 milioni di euro, che il costo presunto del complesso sanitario tarantino è stato stimato in un importo indicativo di 200-210 milioni di euro. A un certo punto nell’epistola  di Don Verzè si legge: “Ho appreso con piacere che la Regione Puglia ha già posto la realizzazione del nuovo ospedale tra i primi obiettivi prioritari e ha riservato a questo fine la cifra di 100 milioni di euro sul Programma FAS 2007-2013. Firmato: Sac.Prof.Luigi.M.Verzè”. Conflitti di interesse? Nel consiglio di amministrazione spicca la presenza di Renato Botti. Lo stesso manager oltre a ricoprire l’incarico di vicepresidente dell’area sanità del san Raffaele di Milano, è il presidente del gruppo di imprese per le forniture mediche di Assolombarda (confindustria Lombardia) e siede, vieppiù, nel consiglio di amministrazione della Molmed Spa, azienda leader nelle forniture ospedaliere dello Stivale. Ad onore di cronaca: nella Molmed è entrato come azionista di maggioranza dal 30 aprile scorso, tale Luigi Berlusconi in rappresentanza della società Fininvest. Vendola dà i numeri e benedice l’iniziativa:  36 mesi a partire dalla posa della prima pietra il prossimo 5 novembre. Viva i predicatori a buon mercato dell’etica e della morale altrui.

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