sabato 2 ottobre 2010

Popolo viola in piazza "Licenziamo Berlusconi"

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Il No B Day 2 a Roma, corteo per le strade del centro. Le richieste: dimissioni del premier, nuova legge elettorale e sul conflitto di interessi. Il movimento: "Mandiamo a casa il governo espressione di degrado e corruzione". Tutte le adesioni
di rassegna.it
Il Popolo viola torna in piazza. Sabato 2 ottobre è il "No Berlusconi Day 2": gli attivisti del movimento manifestano a Roma, dando vita a un corteo che si conclude con interventi e spettacoli per tutta la serata. Dopo il primo "No B Day" del 5 dicembre 2009, dove migliaia di persone avevano riempito Piazza San Giovanni, si torna di nuovo alla carica. E vengono rilanciate le richieste: dimissioni di Berlusconi, cambiare la legge elettorale, una nuova legge sul conflitto di interessi per impedire situazioni simili in futuro.
Con questa giornata, si legge nell’appello sul blog, "ribadiamo l’urgenza di mandare a casa Berlusconi e tutto il governo da lui presieduto, artefice tra l’altro del disastro sociale ed economico del paese, della distruzione della dimensione pubblica, a partire dalla scuola e dall’Università, e massima espressione del degrado morale e del dilagare del fenomeno della corruzione che attraversa, come e più di Tangentopoli, le istituzioni e la classe politica come dimostrano i casi Scajola, Brancher, Bertolaso, Cosentino, Dell’Utri, Verdini solo per citarne alcuni".

Il movimento si augura di "lasciarsi alle spalle la lunga e drammatica fase storica del berlusconismo", specificando però che non basta un cambio di governo. "Occorre operare un radicale cambiamento delle condizioni politiche e culturali che ne hanno favorito la nascita e lo sviluppo". Come il dominio dei mezzi di informazione, appunto.
La manifestazione è stata preceduta da una polemica, sviluppata all’interno del Popolo viola. Come riferisce L’Unità, infatti, i circoli locali hanno criticato il meccanismo decisionale del movimento. Per esempio, i viola di Roma scrivono: "Il ’NoBDay2’ è stato lanciato dalla pagina Facebook 'Il popolo viola' senza alcuna consultazione con i gruppi locali che danno corpo al movimento". Anche alcune personalità abituali, come il direttore di Micromega Paolo Flores d’Arcais (e in generale tutta la rivista), stavolta non hanno aderito.
LE ADESIONI. Sono comunque tante, come quella dell’Italia dei valori. Lo ha annunciato in una nota il presidente, Antonio Di Pietro: "Vogliamo licenziare il presidente del Consiglio e mandarlo a casa una volta per tutte. Sarà la più grande richiesta di licenziamento di massa, sottoscritta dai cittadini". Non arriva invece l’adesione ufficiale del Partito democratico. La presidente dell’assemblea nazionale, Rosy Bindi, invia comunque una lettera di sostegno: "La partecipazione attiva dei cittadini è un ingrediente fondamentale della democrazia – scrive -, un indicatore della sua qualità e della sua robustezza. Apprezzo la vostra passione civile, il vostro impegno sui temi della legalità e del lavoro, la scelta di tenere vivi i valori costituzionali".

Saranno presenti alcuni esponenti della sinistra Pd, Vincenzo Vita e Ignazio Marino. E’ certa la partecipazione del governatore della Puglia, Nichi Vendola, gli esponenti dei Verdi e Federazione della sinistra. Nella lista delle adesioni, inoltre, c’è il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, e molti esponenti dei metalmeccanici, insieme alle associazioni Agende Rosse, Libertà e Giustizia, Articolo 21, Anpi di Lazio e Campania. In piazza anche precari e insegnanti della scuola, che con i rispettivi Forum hanno annunciato la propria presenza.
IL CORTEO. I manifestanti si ritroveranno a Piazza della Repubblica, alle ore 14. Da qui partirà un corteo che, snodandosi per il centro della capitale, arriverà a Piazza San Giovanni. Inizieranno quindi gli interventi: è prevista un’alternanza di parole e musica, con i contributi politici che si affiancheranno alle canzoni degli artisti, e una prima parte dedicata alle band emergenti.

"Grideremo forte il nostro 'Licenziamolo' – avverte il Popolo viola -, perchè solo la mobilitazione di centinaia di migliaia di cittadini può riuscire a mobilitare le coscienze dei nostri amici, creando così un 'effetto valanga' che costringa il Parlamento a prendere provvedimenti".

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