lunedì 21 febbraio 2011

“Luci e Ombre nel Mondo dei Disabili in Europa”

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 Miei cari amici, nel nostro paese , esistono delle vere e proprie “Ladrerie” fatte sistema.                                                                          Ci sono molte persone, infatti, che godono di parecchi benefici, normalmente indirizzati verso quella che, io considero, la categoria più debole del “Quadro Sociale Italiano”. Esistono, in altre parole, molti malati che non hanno alcun tipo di disabilità. Essi, in buona sostanza, foraggiano un grossissimo giro d’affari che è arrivato a fatturare, secondo le ultime stime, un miliardo all’anno. Una cifra, come potete vedere, che fa gola a molti. Esistono, inoltre, anche associazioni e cooperative che, come abbiamo già avuto modo di porre in luce, sono soltanto sulla carta dedite alla carità e all’assistenza dei disabili. C’è poi una vera e propria catena di montaggio di false pratiche d’invalidità. Esse, in poche parole, servono per aiutare e sostenere un “intero sistema clientelare” composto da criminali e politici a caccia di voti. Per alcune persone, l’ha raccontato il pentito Alessandro Galante al “PM Palermitano” Sergio Demontis, può arrivare a costare anche 6.000 euro. Il meccanismo, miei cari ragazzi, è semplice: i “procacciatori di Falsi Assegni per Disabili” si dividono le forti somme previste, il credito accumulato dall'assistito dal momento della domanda a quello del riconoscimento dell'invalidità. Il “Falso Invalido”, per capirci, si prenderà la somma maturata con il tempo e con il passare degl’anni, mentre invece, il boss si prenderà la somma arretrata. In questo “Perverso Gioco Affaristico”, però, esiste anche una fitta rete di complicità e silenzi. Nel nostro paese, fino a qualche settimana fa, c’erano anche una ricca trafila di passaggi, d’organismi di controllo, che fino al 31 dicembre scorso, concorrevano alla decisione finale. Una “Via Crucis”, in altre parole, di regole, di codicilli, “Domande all’ASL, “Visite Mediche”, trasmissione del verbale all’Inps. Il via libera finale doveva ancora venire dall’ente concessore che, almeno in Campania, fino a poco fa, era formato dal “Comune d’Appartenenza” e dalla Provincia. Una media di 345 giorni di “Patimenti Burocratici”, un assurdo percorso, formato da timbri, firme e controfirme. In Sicilia, per esempio, 7 malati di tumore su 16, muoiono prima di ricevere il primo assegno.
Lì, infatti, il tempo per il disbrigo delle suddette pratiche è addirittura arrivato a 2 anni, superando, in tal modo, la suddetta media nazionale. Tutto ciò è stato, per così dire, agevolato dalla mancanza di “Controlli Incrociati” tra i vari organismi preposti all’analisi approfondita di tutta quella mole di documenti. È necessario porre in luce anche la mancata creazione di un “Unico Numero di Protocollo” per ogni pratica, cioè che sia riconosciuto da ogni organismo di controllo. Tutti questi controlli, con il passare del tempo, hanno generato delle vere e proprie truffe. Ci sono stati “Casi Conclamati” d’intere commissioni saltate per un “Falso Verbale” o per un “timbro fai da te”! Il caso più eclatante di questo genere, almeno in quest’ultimo periodo, è stato il caso dell’“Ex Assessore Francesco Zappalà di Siracusa”. L’assessore Zappalà, infatti, è anche presidente della “Locale Sezione dell’Anmic”: “Associazione Nazionale Invalidi e Mutilati Civili”. Il politico, secondo le accuse, avrebbe sfoltito, grazie alla copertura di quest’organizzazione e all’aiuto di un medico compiacente, provvidenzialmente inserito nel gruppo di coloro che avrebbero dovuto esaminare in modo scrupoloso le varie domande. Il problema, miei cari amici, è che in tutta questa storia c’è lo zampino della Politica. Andiamo avanti, però, con ordine.
L’analisi della documentazione, nelle mani delle varie “Commissioni di verifica delle invalidità d’Italia”, dovete sapere, può fruttare, secondo i più recenti calcoli, ai differenti membri di una determinata commissione la somma in denaro di 7 euro per ogni “Pratica Chiusa”. Tale pagamento, è molto meglio evidenziarlo subito, è sempre effettuato a “Cottimo”. Sì miei cari lettori, 7 euro per ogni membro  e per ogni pratica d’analizzare. Il che significa che, soprattutto nelle regioni meridionali, (dove i quattro medici coinvolti), arrivano anche a sbrigare quaranta pratiche per ogni seduta ed avranno un guadagno netto di 280 euro per ogni membro. Un’attività, pregustata  con attenzione da chiunque, è in cerca, per esempio, di una qualche “Rendita Elettorale”. Il “Nuovo Governo Berlusconi” per riuscire a contrastare quest’“Imperante Sistema Affaristico Clientelare”, ha messo in piedi un “Nuovo Apparato di Regole” per il “Riconoscimento delle Invalidità Civili”. Gli “Obiettivi Primari” di queste “Nuove Disposizioni” sono, come descritto dal “Decreto Anti-Crisi 78/2009” e poi delineato dalla “Legge 102/2009”, il contrasto  alle “Frodi”, la “Trasparenza del Procedimento” e la “Tracciabilità di ogni Nuova Domanda d’Invalidità”. Le varie “Richieste d’Invalidità”, detto in parole povere, devono essere state inoltrate, in base sempre a queste “Nuove Regole”, entro il primo maggio 2009. Tutta la documentazione, riguardante le differenti pratiche, va spedita, d’ora in poi, per “Via Telematica” direttamente all’Inps. La “Domanda”, infine, va accompagnata da un’“Adeguata Certificazione Medica”.  Tale meccanismo, nelle intenzioni del “Legislatore”, dovrebbe permettere di “Monitorare” ai vari “Utenti” dell’istituto, lo “Stato delle Proprie Pratiche”. Tutto ciò è possibile grazie a un “Semplice Codice Pin”. La “Documentazione Medica”, in altre parole, per queste nuove norme deve necessariamente essere consultabile, (così come tutte le altre carte), sul web. L’istituto, infatti, ha messo a disposizione dei propri utenti un settore del “Suo Sito Web”. L’Inps, inoltre, sempre nel rispetto di queste nuove regole, ha pubblicato sulla “Sua Home-page”, una lista completa di tutti i medici capaci di usare le “Nuove Tecnologie” ufficialmente riconosciute dalle istituzioni. Le patologie, ufficialmente riconosciute, rimangono comunque sempre le stesse. Una volta completata l’acquisizione dell’intera documentazione medica, la procedura genera una “Ricevuta” che il medico stampa e consegna al richiedente.                                                                                          Tale ricevuta deve contenere il “Numero del Certificato Medico” che il richiedente è obbligato a mostrare insieme alla sua stessa domanda, permettendo così, l’abbinamento dei due documenti. Il medico, inoltre, deve fornire, al richiedente di turno, il “Certificato Introduttivo” in formato originale. Esso, infatti, deve necessariamente essere esibito al momento della visita. Le varie richieste, inoltre, potranno essere presentate anche dalle “Molteplici Associazioni di Categoria”. Il portale dell’Inps, poi,  offre un’ampia e dettagliata lista di possibili appuntamenti alternativi a quello proposto dalle “Commissioni Esaminatrici” che devono, almeno sulla carta, valutare, con “Scrupolosa Attenzione”, ogni “Singolo Caso”. L’idea di fare questo tipo di riforma, ha dichiarato il dottor Antonio Mastrapasqua presidente dell’Inps, ha dovuto concretizzarsi, in tal modo, “dopo che nel 2009, è emersa una Situazione alquanto Disastrosa su tutto il Territorio Nazionale”. Nel nostro paese, infatti, sempre secondo Mastrapasqua, esistono “Regioni Virtuose”, questo è vero, ma anche “tante altre decisamente Poco Virtuose”. Il dottor Mastrapasqua, infatti, afferma “che l’80% degli Invalidi sono concentrati in Puglia, Campania, Sicilia e Calabria”. Tutto ciò ci porta a comprendere bene quale sia, (almeno per quello che afferma Mastrapasqua), il vero fulcro del problema. Il presidente dell’Inps, per meglio chiarire, ha posto in luce che, (come ho già avuto modo di descrivere io prima), se, per chiudere una “Qualsiasi Pratica d’Invalidità”, ci vogliono oltre 300 giorni soltanto nel meridione, (in Sicilia oltre due anni), allora è sicuro che esiste qualcosa di sbagliato nel sistema. La domanda, arrivati a tal punto, sorge spontanea: potrà, il “Nuovo Meccanismo”, eliminare gli “Sprechi” e gli “Imbrogli”? Questo “Nuovo Apparato Normativo”, intendiamoci miei carissimi amici, secondo me è perfetto, (almeno in linea di principio), ma tutto ciò va accompagnato a un “Capillare Controllo” di tutto il territorio nazionale da parte dell’“Assistenza Sociale” e a “Improvvise Incursioni” a casa di coloro che fanno le richieste d’invalidità. Sì, miei “Cari Signori del Governo”, perché dovete sapere che non è poi così difficile, soprattutto nel meridione, trovare qualche “Medico Compiacente delle ASL” disposto a farti avere tutti i certificati necessari, magari per qualche migliaia di euro.  Le “Commissioni Mediche”, infine, questo lo dico per esperienza personale, non esaminano mai il corpo di un “Presunto Disabile” in modo serio. Il “Vero Problema”, carissimi Lettori, è che, in tali casi, bisognerebbe approntare, prima di ogni altra cosa, una “Bella Riforma delle Mentalità”.  Le “Varie Visite Mediche”, infatti, durano  in media un minuto, massimo due. Una  “Vera Società Civile”, invece, attiverebbe, a mio parere, una concreta e profonda sinergia tra tutte le “Sue Componenti” per valorizzare il “Disabile” come “Persona”, in altre parole, come una “Risorsa”. Il 5 febbraio del ‘92, il “Governo Italiano”, ha fatto entrare, nel “Suo Apparato Legislativo”, una “Differente Regolamentazione” per il “Mondo dei Disabili”. Essa, almeno sulla carta, fu una vera e propria rivoluzione per la “Società Italiana”. Questo “Complesso Sistema di Norme”, infatti, coinvolge e incide, in maniera profonda e sostanzialmente diffusa, ogni settore del quadro della “Collettività Italiana”. Quest’ultimo, infatti, per questa sua peculiarità, è stato definito dagli esperti, una “Legge Quadro”, perché appunto protende verso la “Piena  Integrazione nella Famiglia, nella Scuola, nel Lavoro e nella Società”. Esso, inoltre, garantisce il pieno rispetto della “Dignità Umana” e i “Diritti di Libertà” e di autonomia della “Persona Disabile”. La “104”, così è generalmente chiamata, questo “Maxi Provvedimento”, rimane, tutt’oggi, almeno nella sostanza, inapplicato.  Questa particolare legge, sulla carta, ha istituito un “Collocamento Mirato per Disabili”. La “Norma Istitutiva” di questo “Particolare Collocamento”, in realtà, è entrata a far parte dell’enorme “Alveo della 104” soltanto il 12 marzo 1998. Essa, in poche parole, impianta, nel “Nostro Grande Disegno Legislativo”, una “Linea Guida” ben precisa. Questa  tipologia di collocamento, almeno in teoria, si propone di riuscire a dare, alle persone in “Età Lavorativa” affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e alle persone con “Forti Disabilità Intellettive”, una “Concreta Possibilità d’Inserimento Lavorativo”. Questo “Particolare Luogo d’Offerta Occupazionale”, però, in questi anni si è dimostrato, sempre di più, l’“Assurdo Risultato” di una “Mera Grida Manzoniana”. Esso, infatti, non avendo quella “Concreta Sinergia”, di cui abbiamo parlato in precedenza, con le “Altre Istituzioni Cittadine” per valutare bene le competenze del disabile di turno. Questa “Mancata Coordinazione”, tra l’altro, costringe “Molti Disabili In gamba” ad accrescere l’“Esercito dei Disoccupati”. Io, per esempio, mi sono laureato in “Storia Contemporanea” con 110 e lode nel 2005, eppure non ho ancora trovato un “Lavoro Stabile”. L’impiegato di questo particolare “Ufficio Collocamento”, inoltre, quando presentammo la “Domanda d’Iscrizione”, mi disse espressamente che essere un “Laureato” per un “Disabile” è un “Problema in Più”. Le persone disabili, infine, molte volte, (dovete sapere miei cari amici), per vivere e interagire all’interno della nostra società, sempre più frenetica e globalizzata, hanno bisogno di “Speciali Ausili”. La 104, infatti, ha previsto, in questi casi, “Molte Agevolazioni Fiscali”, come l’“Iva al 4%”, sia per l’acquisto di un’“Auto Attrezzata per il Trasporto  Disabili”, sia per comprare un computer adatto per un disabile.  Negl’altri paesi, però, questo è necessario porlo in luce, la situazione è ben diversa. La “Comunità Europea”, infatti, tra il 2004 e il 2010 ha posto in atto un “Progetto Esecutivo” proteso a definire un “ Approccio Sostenibile” e che abbia una concreta e profonda operatività sulle questioni  del mondo della disabilità. Questo particolare piano, per meglio chiarire, si propone di delineare, nel “Quadro dell’Europa Allargata”, “Soluzioni Oggettive” per i “Molti Problemi dei Disabili”. Gli “Addetti al Lavoro”, per questo motivo, hanno preferito organizzare questo “Grande Disegno Programmatico”, suddividendolo in tre obbiettivi principali:                                                                                                                                                                  “Completare l’Attuazione della Direttiva sulla Parità di Trattamento in Tema di Occupazione e di Condizioni di Lavoro”. Questo primo punto, però, si può dire con certezza, è realizzabile, soltanto, insieme al secondo che dice di voler “Rafforzare l’Integrazione delle Questioni legate alla Disabilità nelle Pertinenti Politiche Comunitarie”. Le “Istituzioni Europee”, poi, si sono proposte, (sempre seguendo i dettami del suddetto programma), di “Migliorare l’Accessibilità”. L’“Unione Europea”, in buona sostanza, con questa nuova strategia, si è assunta l’impegno di realizzare un “Incisivo Sistema di Regole” proteso  a porre in campo un nuovo tipo di approccio verso la disabilità. Esso, in altre parole, non è più legato alla “Vecchia Idea” dell’“Assistenza Passiva del Disabile”, ma ai “Concetti d’Integrazione” e di “Partecipazione Attiva” alla vita economica e sociale degli stessi “Paesi Comunitari”. Il lavoro compiuto, in questo particolare campo,  dall’unione europea è stato incentrato, proprio come avevo prospettato io nella prima parte di questo stesso articolo, sulla valorizzazione del disabile come persona. L’effettiva realizzazione di questo “Speciale Quadro Normativo”, ha iniziato a concretizzarsi, come si è già posto in luce, con la Direttiva Comunitaria riguardante la “Parità dei Diritti dei Disabili” nel mondo Lavorativo e poi con il “Programma per Combattere le Discriminazioni” che è stato sviluppato tra il 2001 e il 2006. La “Carta dei Diritti Fondamentali”, inoltre, ha tutelato, in modo specifico, i diritti dei disabili e la loro inclusione nel cosiddetto “Trattato di Lisbona”. La “Commissione Europea”, infatti, per concorrere verso una “Concreta Eliminazione” delle barriere ambientali, tecniche e giuridiche, ha avuto la fortuna di comprendere che è necessario costruire un “Quadro Socio-Economico”, principalmente basato sulla “Coscienza”; soltanto così, infatti, si potrà avere una concreta ed effettiva partecipazione delle persone disabili allo sviluppo della società europea.  Tutto ciò comporterà, secondo tale progetto, una profonda e concreta integrazione degl’individui disabili. Speriamo, quindi, che si concretizzino al più presto, nell’“Intera Europa Unita”, le linee guida fin qui enunciate. Tale regolamentazione, per essere precisi, la si può trovare nel comunicato del maggio 2010 e in tutti gl’altri comunicati di tal genere. L’accesso all’occupazione, dunque, è un aspetto determinante per l’integrazione delle persone con disabilità. La comunità europea, inoltre, ha istituito, per tutti i cittadini con disabilità o comunque meno fortunati, un “Fondo Sociale”. I “Programmi di Sostegno”, finanziati da questo  “Speciale Fondo”, sono molti. Esso, però, non è l’unico sistema concreto per sostenere questa tipologia di attività. Esiste, infatti, sempre nell’ambito europeo, una iniziativa chiamata “EQUAL”. Miei cari lettori, dunque, è doveroso evidenziare che esiste tutta una strategia che, nel modo più concreto possibile, mira a facilitare l’ingresso delle persone disabili nel mondo del lavoro. La “Modernizzazione dei Regimi di Sicurezza Sociale”, almeno secondo i piani, dovrebbe agevolare il passaggio dalla “Dipendenza da Prestazioni Passive” erogate dall’“Assistenza Sociale”, magari col “Conta Gocce”, a misure d’incentivazione sotto  forma  di “Prestazioni Lavorative” preparate proprio per i disabili. Un altro presupposto, perché sia eliminata una volta per tutte l’“Emarginazione Sociale”, è il “Processo Europeo d’Inclusione Socio-Culturale” e dai “Piani d’Azione Nazionale” istituiti dagli “Stati Membri”. Il lavoro compiuto dall’Unione Europea, in definitiva, è riuscito a dare un notevole, nonché sostanziale impulso, almeno negl’ultimi anni, alla ricerca di “Soluzioni Reali” per i molti disabili. Le “Direttive Comunitarie”, infatti, sono state applicate con grande successo in molti paesi, determinando in qualche caso, “Grandi Mutamenti Socio-Culturali”. In questi Stati, infatti, soprattutto negl’ultimi anni, sono stati attivati molti progetti che, anche col patrocinio della stessa Unione Europea, tendono a sostenere il disabile nel “Suo Progetto di Vita”, favorendo in tal modo, la “Sua Piena Integrazione”.  Uno di questi è chiamato “DIS_QOL”. Questo determinato progetto è nato nell’agosto del 2005. La sua direzione, fin dall’inizio, è stata affidata al “Cefpas”: “Centro per la Formazione Permanente e l’Aggiornamento del Personale del Servizio  Sanitario”. Questo particolare tipo di Centro, cofinanziato per l’appunto dall’Unione Europea, è impegnato, ormai da quasi 6 anni, nella realizzazione del suddetto DIS_QOL che si è proposto di fornire un tipo d’“Assistenza di Qualità” per le persone disabili. Tale progetto, ideato nell’ambito del “Sesto Programma Quadro 2002- 2006”, si occupa anche di “Qualità della Vita” delle suddette persone. Esso, infatti, protende verso l’integrazione e la “Partecipazione Attiva” dell’“Utente DIS_QOL” alla vita sociale. Il DIS_QOL, proprio perché è ancora oggi una realtà concreta che si basa su fatti, ha avuto, dalla “Commissione Europea Competente”, un tipo di priorità abbastanza alta, cioè “8”. Questo “Particolare Grado Priorità”, però, (ciò è necessario porlo in risalto), è stato stabilito usando un “Preciso Metodo di Ricerca” chiamato “STREP”: “Specific Targeted Reserch Project”. Quest’ultimo, in poche parole, promuove la creazione, la dimostrazione e la validazione di”Nuove Conoscenze” attraverso a un’“Attività di Ricerca e Sviluppo”. L’obiettivo generale di tale progetto, la cui durata è di tre anni rinnovabili, rimane sempre quello di valutare l’impatto, dei “Differenti Modelli di Assistenza”, sulla base della “Qualità di Vita” dei “Soggetti Disabili” con qualsiasi patologia. Le persone esaminate, inoltre, appartengono tutte a “Fasce d’Età Differenti”.  Il progetto, però, pone particolare attenzione, soprattutto agl’individui  con il “Morbo di Parkinson” e con “Sordità”, sia congenita sia acquisita. In questo “Particolare Lavoro d’Analisi”, poi, presta particolare attenzione anche alle “Malattie Mentali” come il “Ritardo Mentale” o come i “Disturbi dell’Apprendimento” e dello sviluppo. Il DIS_QOL, infine, tende a visionare l’atteggiamento nei confronti della “Disabilità”, a partire dalle esperienze di discriminazione esistenti  nelle “Differenti Culture”. Gli ideatori di questo particolare programma, però, hanno previsto anche che il DIS_QOL possa portare alla luce il grado di qualità delle politiche, attuate da un qualsiasi paese europeo, per i disabili. Le “Linee Programmatiche” dettate dal Cefpas, però, puntano, come del resto abbiamo già posto in evidenza, soprattutto sull’integrazione e l’inclusione sociale. Il DIS_QOL, in conclusione, esamina la qualità delle “Istituzioni di Cura” e quelle di assistenza. L’analisi, per fortuna, è effettuata a tutto campo, coinvolgendo sia le strutture pubbliche e sia quelle private. Questo tipo di studio, per meglio chiarire, valuta, con assoluta precisione, la capacità delle suddette strutture a soddisfare i “Molti Bisogni dei Disabili”. I dati raccolti, finora, sono stati analizzati da ciascun partner del suddetto progetto in relazione alla propria realtà. Miei cari amici, arrivati a tal punto, mi sembra molto chiaro che, in buona parte dell’Europa, (oggi giorno), la situazione dei disabili è costantemente monitorata. Quali sono, però, le tipologie, di “Progetti Concreti” più gettonate, negl’altri paesi europei? Beh, miei cari lettori, dovete sapere che, lo scorso 3 dicembre, in occasione della “Giornata Internazionale della Disabilità” a Bruxelles, si è tenuto il “Seminario Annuale” sulla disabilità. Il tema della discussione, questa volta però, era la “Vita Indipendente”. L’Europa, infatti, ormai da qualche anno, come abbiamo già avuto modo di vedere, ha posto, in tutti i suoi documenti ufficiali, l’“Indipendenza del Disabile” come elemento essenziale del “Vivere Quotidiano” dello stesso. In Gran Bretagna, in Svezia, in Spagna, in Belgio, tutto ciò è una “Realtà Concreta”, grazie alla “Pratica dei Finanziamenti Diretti” .
 Questa particolare prassi, secondo il mio modesto parere, lì è attuabile, perché esiste quella concreta sinergia, di cui ho parlato in precedenza, e che porta lo “Stato” a seguire i disabili in ogni fase della vita: dalla Scoperta della “Patologia” fino all’“Entrata Stabile” nel  “Mondo Lavorativo”. 
Questo “Particolare Metodo d’Assistenza”, se ben applicato, anche nella nostra nazione, potrebbe pure incidere, profondamente, sul “Problema dei Falsi Invalidi”; sottraendo, in tal modo, questo “Delicato Mondo” al “Potere Camorristico ” e ad alcune “Cooperative Sociali”, penso alla  “Cooperativa Levante”, abbacchiate  con esso.


                                                                                                                            Antonio Aroldo

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